sabato 11 agosto 2007

NOI E LA SOCIETA'

Partiamo dal presupposto che a Rimini il pubblico c'è quando la squadra va bene oppure lotta per qualche cosa di concreto (ad esempio una promozione). Prendiamo un esempio su tutti : il baseball. Tutti gli anni la compagine riminese del "batti e corri" ha i "numeri" per vincere o il campionato o la Coppa Italia ma il pubblico arriva solo in una eventuale finale.E' così anche nel basket ma, comunque, esiste una differenza fondamentale: nello sport dei "canestri", piuttosto che comprare per raggiungere traguardi importanti, si tende a vendere al miglior offerente. Negli anni, le cessioni eccellenti non si contano: Myers, Semprini, Ferroni, Ruggeri, Middleton, Monti, Righetti, Scarone, Zanelli e si potrebbero aggiungere moltissimi altri nomi.La società, non fa altro che ricordare che al palazzetto si vedono sempre le stesse facce e che stare a Rimini è una rimessa.Ma, probabilmente, invece di lamentarsi andrebbe fatto qualche cosa di concreto e non aumentare i prezzi delle partite di cartello come è già avvenuto in passato.La società, dovrebbe come prima cosa fare una campagna pubblicitaria più consistente. Poi fare un grosso sacrificio per due, tre anni comprando giocatori di livello che possano regalare finalmente qualche soddisfazione ai tifosi bianco-rossi.Fatto questo, se le risposte del pubblico non fossero adeguate, nessuno potrebbe criticarli se decidessero di chiudere i battenti.Ogni anno è sempre la stessa storia: si arriva vicino alla promozione e poi l'obbiettivo sfuma sempre.Invece, nelle occasioni di promozione in A1, l'anno dopo si sta sempre con l'ansia di poter retrocedere solo dopo un anno di "paradiso".Poi, l'idea che Rimini e Forlì potessero essere un unica squadra...bè questo fa capire quanto poco cervello abbiano avuto i personaggi che sono stati stuzzicati da questo agghiacciante progetto.Una squadra di questo tipo, sarebbe "saltata per aria" dopo una sola stagione. Due tifoserie da sempre nemiche che devono dividere la stessa curva e tifare per i medesimi giocatori: pura fantascienza.Per concludere merita un cenno il signor Renzo Vecchiato. Questo personaggio del Basket Rimini oltre che, a nostro avviso, inutile ha anche dimostrato di no essere assolutamente grato ai supporters riminesi.L'episodio risale a qualche anno fa e riguarda una partita in trasferta del Rimini a Montecatini. C'erano solo tre tifosi che non senza difficoltà e a loro spese si erano recati nella città termale per sostenere i loro beniamini. A fine gara hanno chiesto almeno un passaggio alla stazione sentendosi rispondere che lui queste cose non le fà. SENZA PAROLE...FORSE E' MEGLIO !!!

NOI E LE JBR

La convivenza con le JBR prima e con le Vecc. JBR poi è stata sempre generalmente buona.
Ci sono stati però momenti in cui i due direttivi non si sono trovati sulla stessa lunghezza d'onda. Piccoli screzi che, in varie occasioni, hanno rischiato di sgretolare l'equilibrio presente in curva: si va da idee diverse su come fare tifo alla volontà del gruppo "più vecchio" di riprendersi la posizione trainante che aveva prima dell'avvento del Ghetto.
Soprattutto nella prima annata targata Pepsi si sono verificati problemi.
Comunque, il buon senso e l'amicizia solidificatasi in anni di lavoro insieme alla fine ha prevalso.

COREOGRAFIE


Da segnalare quella per i 50 anni del basket Rimini, quella per la promozione in A1, quella per la salvezza contro la Viola e quella per l'approdo in Korac contro Verona.

LE TRASFERTE

Trasferta a Montecatini

Trasferta a Reggio Calabria

Trasferta a Roma


Trasferta a Pesaro



Trasferta a Verona




Trasferta a Milano





Trasferta a Cantù






Lo striscione del Ghetto Baraonda è andato in scena in vari palazzi d'Italia: a Bologna, Pistoia, Montecatini, Pesaro, Roma, Cantù, Verona, Imola, Venezia, Caserta, Fabriano, Reggio Calabria.
Soprattutto queste ultime due meritano un cenno.
A Caserta siamo arrivati con un pulmino da 9 posti (ma eravamo in 12 !!!). Un viaggio lunghissimo coronato con una esaltante vittoria in un palazzetto ostile nei nostri confronti sin dalle prime battute di gara.
A Reggio Calabria ci siamo andati in treno e ci siamo sobbarcati (in 5) in viaggio di 14 ore.
Quì, però, è andata male e la squadra ha perso.
L'accoglienza dei calabresi è stata buona: in principio ci si è avvicinato un tizio che ci ha mostrato uno striscione che loro avevano rubato ai trevigiani intimandoci di stare attenti ma, dopo qualche minuto lo strano elemento è stato allontanato dagli altri ragazzi della curva nero-arancio che si sono complimentati con noi per la trasferta. A fine gara ci hanno accompagnato a mangiare e c'è stato uno scambio di sciarpe a dimostrare la reciproca stima e rispetto.

GEMELLAGGI

Il Ghetto Baraonda 1996, non ha creato (o sciolto) gemellaggi.
Ha mantenuto quelli già esistenti con gli ultras di Gorizia (il nostro striscione è apparso nella loro curva in una partita svoltasi da noi) e Milano e l'amicizia con i ragazzi di Reggio Calabria.
Teniamo a specificare una volta per tutte che NON SIAMO GEMELLATI CON LA FOSSA DEI LEONI DELLA FORTITUDO come erroneamente e grossolanamente apparso sulla rivista "Super Tifo". I due fondatori e altri appartenenti al gruppo non hanno mai nascosto la loro ammirazione verso questi supporters ed un paio di loro in particolare hanno avuto contatti diretti e scambi di opinioni con esponenti della Fossa. Ma da questo ad un gemellaggio la strada è ancora molto, molto lunga e contorta.
In più di una occasione Saba ha inviato smentite ufficiali a Super Tifo senza mai veder pubblicato nulla.

RIVALITA'


Come per i gemellaggi, anche per le rivalità non ci sono novità con l'arrivo del Ghetto Baraonda.
Fra i "nemici" ci sono sempre casertani, varesini, canturini, veronesi, termali, veneziani.
Poi ci sono gli antagonismi storici con forlivesi, imolesi, pesaresi.
Sinceramente, si sente la mancanza di una bella partita con Forlì e delle sfide di curva con i "Mostri".